Un capolavoro del XVIII secolo e la sua trasformazione
Villa Amalia, un elegante edificio a forma di parallelepipedo, ha una storia che risale al lontano 1750. Tuttavia, l’aspetto attuale dell’edificio è il risultato di un’importante ristrutturazione architettonica e artistica avvenuta nella seconda metà del secolo successivo. Questa ristrutturazione segnò il momento in cui la prestigiosa famiglia Franchini scelse Villa Amalia come la propria residenza principale.
Don Cesare e don Salvatore Franchini, durante quel periodo, erano precettori del figlio del barone Hermann Kanzler, il generale che guidò le truppe pontificie nella difesa di Porta Pia dall’attacco degli italiani. Durante i mesi estivi, il generale Kanzler dimorava nella vicina villa Bellavista a Borgo a Buggiano. Fu proprio in questo contesto che i due Franchini crearono una biblioteca di grande valore, successivamente trasferita e ricomposta a Villa Amalia. Inoltre, insieme al loro fratello Torello e, soprattutto, al figlio di quest’ultimo, Franchino, la famiglia Franchini si convertì pienamente all’ideale risorgimentale e liberale.
Il Significato di “Amalia”
Il nome “Amalia” prende ispirazione da Amalia Arrigoni Franchini, scomparsa nel 1992, la quale fu responsabile dell’unione della famiglia Franchini con le più prestigiose famiglie della nobiltà locale, tra cui i Magnani, i Cecchi e i Nuti. Va notato che esisteva già un legame di parentela con i Tellini, famiglia poi estintasi e fusasi con i Franchini. Tanto è vero che già negli anni Cinquanta del secolo scorso, a Villa Amalia, furono conservati i cimeli del generale Enrico Tellini. La morte di quest’ultimo nel 1923 fu causa di una grave crisi internazionale che portò all’aggressione di Mussolini a Corfù.
Un Patrimonio di connessioni
Villa Amalia ha continuato ad arricchirsi di imparentamenti con famiglie influenti, comprese quelle della nuova classe dirigente repubblicana come gli Zoppi (ad esempio, Sergio Zoppi) o le famiglie di antica origine napoletana come gli Acquaviva Coppola (come evidenziato dal Palazzo Acquaviva Coppola) e i Catemario di Quadri. Questi legami familiari contribuiscono a comprendere il complesso contesto socio-culturale che da lungo tempo caratterizza Villa Amalia.
L’Arte di Nicola Torricini
La decorazione sia esterna che interna della villa fu affidata al rinomato pittore pisano Nicola Torricini, noto anche per aver decorato il Palazzo Blu a Pisa, tra molti altri progetti. Si ritiene che Torricini abbia dipinto personalmente alcuni locali della casa, come il salone degli affreschi e la cosiddetta “camera celeste”, mentre altri, come la “camera verde”, sono stati realizzati sotto la sua supervisione. Torricini ha collaborato anche al restauro della facciata della villa, che è stato oggetto di recenti lavori nel 2012.
Il Giardino Incantato
Il giardino di Villa Amalia è un vero capolavoro romantico, con un viale centrale che conduce all’ingresso della villa, circondato da due boschetti laterali. Il giardino è arricchito da alberi secolari, quinte di bambù, sculture di bosso e alloro, e aiuole fiorite asimmetriche. Una vera e propria oasi di bellezza e serenità.
La Villa è aperta al pubblico una volta l’anno in occasione dell’apertura delle ville e dimore storiche associate con L’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) che riunisce i proprietari di immobili storici tutelati dallo Stato italiano.
Di solito l’apertura è organizzata in una delle ultime domeniche del mese di maggio.