Se siete in vacanza a Buggiano o in Valdinievole Villa Bellavista è una tappa davvero imperdibile!
Anche solo in esterno vale una breve visita (attualmente infatti la Villa è in fase di restauro e chiusa al pubblico).
È un bellissimo esempio di architettura di fine seicento, nato sulla collinetta panoramica dove esisteva già una villa medicea (sulla destra dove oggi si trova un edificio ristrutturò per divenire luogo di ospitalità).
Il nome, villa o castello di Bellavista, fu dato in relazione alla bellezza della costruzione circondata da un meraviglioso giardino, e al panorama che si gode da qui.
Fu Fabio Feroni a volere la creazione di questo sontuoso edificio anche se la fortuna della famiglia fu dovuta al padre Francesco.
Questi infatti creò una flotta per il commercio degli schiavi che gli fruttò così tanto guadagno da stringere amicizia con il Granduca Cosimo lII in persona.
Proprio questo rapporto privilegiato gli permise di acquistare la villa direttamente dalla famiglia Medici.
Il progetto della villa, della cappella, del giardino e di tutte le aree verdi fu affidato all’architetto Antonio Maria Ferri, molto di moda in Toscana a quell’epoca.
Suo anche il progetto dell’ acquedotto che dalla Fonte di Capofio porta l’acqua qui e che potete incontrare durante le passeggiate lungo il Torrente Cessana.
L’esterno di Villa Bellavista
La villa a pianta rettangolare è caratterizzata da 4 torri sporgenti con lavorazione a bugnato agli angoli ed arricchita da un portico centrale.
Sulla destra della villa si trova la Cappella di Bellavista con la sua suggestiva cupola con lanterna e l’ingresso con archi e colonne.
L’accesso alla villa avviene da due viali di accesso: quello principale che conduce alla villa alterna statue e cipressi e culmina nella bellissima fontana con vasca di fronte all’ingresso, e quello posteriore. Entrambi sono perpendicolari alla villa e la collegano alla campagna circostante dove un tempo si estendevano i poderi e i campi coltivati
Gli interni
La decorazione degli interni è ricchissima: soffitti affrescati, la grande volta centrale, le decorazioni pittoriche sopra le porte e al di sopra di tutti gli infissi.
Il ciclo più importante è quello realizzato da Pier Dandini, molto attivo tra le famiglie nobili intorno ai medici. In perfetto stile rococò, leggero e grazioso, la maggior parte delle opere ad affresco raffigurano uno stesso tema: la difesa della fede cristiana a cui partecipò Fabio Feroni durante l’assalto di Vienna nel 1683 da parte dei turchi.
Ecco che tra le decorazioni risaltano “Il trionfo della fede” dove si vede il Feroni rappresentato come un giovane guerriero che porta come fosse un trofeo la Turchia incatenata alla Chiesa Cattolica a alla Fede; “La Caduta dei giganti”, dove le Virtù sconfiggono i Vizi.
Altri artisti lavorarono qui. Niccolò Nannetti, autore anche dell’apoteosi della Madonna nella Chiesa di Santa Maria in Selva, dipinse gli affreschi nelle ultime due sale al piano terra. Giovan Battista Ciceri realizzò gli stucchi nella cappella e i riquadri nel salone centrale.
All’interno il vero gioiello è la prima alcova decorata da un lato con due altorilievi con “Venere e Adone” dall’altro con “Selene e Endimione“.
Vita in villa
Nel settecento, terminati i lavori, la villa era al suo massimo splendore. La vita di corte qui era molto vivace ma già intorno agli anni ’20 le proprietà e i poderi intorno all’edificio diminuirono molto, e la famiglia Feroni nell’intento di bonificare il Padule prosciugò il proprio patrimonio.
Il 26 luglio fino al XIX secolo, si teneva nei prati la tradizionale Fiera di S. Anna dedicata ai bovini ed ai cavalli, poi spostata in quella che prese il nome di Piazza del Bestiame, a Borgo a Buggiano.
La villa passò sotto la proprietà di molte famiglie e furono i Kanzler, nell’ottocento, a riportarla agli antichi splendori. Amavano organizzare feste alle quali invitavano le famiglie più in vista del posto ma anche attori e musicisti di fama internazionale.
Non molto tempo dopo però ,nel 1926, fu spogliata di tutti gli arredi e nel 1938 divenne proprietà del Ministero dell’interno come sede dell’Opera Nazionale dei vigili del fuoco.
Durante la seconda guerra mondiale fu anche ospedale militare, dagli anni ’50 ospitò l’Istituto Nazionale Orfani dei vigili del Fuoco, infine ha ospitato dagli anni ’90 il museo storico del corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Oggi è in fase di restauro per tornare all’antico splendore e poter essere riaperta al pubblico.
(foto credits ®Rodolfo Tagliaferri)
Si narra che un tempo due passaggi sotterranei collegassero la villa con il palazzo mediceo preesistente e la cappella.