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Villa Bellavista – La Fiera di S. Anna

Che splendore, che magnificenza, che lusso cinguettava sempre il nonno della cugina del genero del trisavolo della moglie di quarto grado della mia bisnonna.

Quando inizia la sua storia, c’era solo la fattoria: un edificio a due piani che ora si vede a sinistra della facciata della Villa, con magazzini, cantine, buche da grano, stalle ed un’abitazione, ai piani superiori. Poi, nel 1673, il Granduca di Toscana, Cosimo III, ha venduto la fattoria con ben 45 poderi a Francesco Feroni, un mercante empolese che, da semplice tintore di stoffe, si è arricchito in Olanda come commerciante; Francesco è stato anche investito del titolo di Marchese: si diceva “fare come il Feroni” per indicare chi faceva le cose alla grande.

I Feroni, dunque, erano nobili di sangue blu; avevano uno stemma, raffigurante un braccio armato, significativo del loro impegno in guerra riconosciuto in tutta Europa: infatti, Fabio Feroni, figlio di Francesco, aveva partecipato alla difesa di Vienna assediata dai Turchi e la battaglia è stata affrescata sulle pareti interne della Villa, dal pittore Pier Dandini. Pare, addirittura, che Cosimo III finisse per provare invidia per questa illustre famiglia e dicesse: “Marchese, non dimenticate che, col tempo, anche i Feroni possono diventare Ferini…”.

Villa Bellavista è stata fatta costruire proprio da Fabio, come simbolo del prestigio ottenuto, su progetto dell’architetto granducale Antonio Maria Ferri ed è divenuto il complesso più grandioso di tutta la Valdinievole.

Le quattro torri agli angoli dell’edificio sono simbolo di imponenza, potenza e gli fanno assumere
l’aspetto di un castello.

Pensate che ogni anno, nei giorni di 25, 26 e 27 luglio, per la festa di Sant’Anna, la famiglia Feroni organizzava una grande fiera, e, se nel salone della Villa sedevano i nobili, il parco esterno era rallegrato da feste campestre e balli popolari. Dopo alcuni anni, i prati attorno furono trasformati in campi coltivati e la festa non fu soppressa, ma spostata al Borgo, nelle piazze nelle quali si svolgeva il mercato settimanale ed ogni anno, per quasi tutto l’Ottocento, era un appuntamento fisso a cui non si poteva rinunciare.

(testo tratto dal libro “Incontri Magici” di Irene Giacomelli)

    Buggiano

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